APPUNTI DI MICOLOGIA
a cura di Giuliano Campus
     
      Soprattutto nel periodo autunnale, mentre passeggiamo nei boschi o nei prati, spesso ci capita di osservare quei simpatici frutti della natura, più o meno vistosi e variamente colorati, chiamati funghi.
Si, i funghi che vediamo fra l'erba, nei boschi o al ceppo degli alberi sono dei frutti; sono frutti di una pianta speciale, una pianta priva di clorofilla che vive sotto terra e che si chiama micelio.
Cos'è la clorofilla?

       La clorofilla è quella sostanza che dà il colore verde alle foglie, per mezzo della quale avviene quel processo noto come FOTOSINTESI CLOROFILLIANA, che è la trasformazione dell'energia luminosa (la luce del sole quindi) in zuccheri ed altri elementi nutritivi indispensabili per la vita delle piante (organismi autotrofi).

     I funghi (organismi eterotrofi) sono privi di clorofilla e non potendo effettuare la fotosintesi, sono costretti per la loro esistenza e sopravvivenza a trovare già pronti in natura gli elementi nutritivi di cui hanno bisogno.
Per questo motivo i funghi venivano considerati dei vegetali privi di clorofilla. Oggi la sistematica moderna non li inserisce più nel Regno dei vegetali ma li ritiene appartenenti a un regno a sé stante, il Regno dei funghi appunto, intermedio tra quello vegetale e quello animale. Perché vicini al Regno animale?

       Non vi sembri strano, ma nei funghi, soprattutto nel cappello e nella corteccia del gambo, è presente una sostanza detta chitina che è propria del Regno animale, una delle principali sostanze che compongono l'esoscheletro degli insetti e di altri artropodi.

      Si è detto che i funghi sono dei frutti e questo è vero (in micologia il fungo è detto carpoforo, termine derivato dal greco che significa "portatore di frutto"), infatti la vera "pianta fungo" è la porzione che vive sotto terra o in altro substrato adatto alla crescita e che, come già detto precedentemente, si chiama micelio. Questo micelio è un intreccio di filamenti detti ife che si sviluppano partendo dalle spore (i semi dei funghi).

      Le spore (elementi microscopici) si trovano sulla sommità di supporti detti basidi, altre volte sacchetti, detti aschi (basidio significa "base, supporto" ed asco significa "otre, sacco"). In ogni basidio si trovano generalmente 4 spore mentre negli aschi, sempre in linea generale, 8 spore. Naturalmente ci sono eccezioni, per esempio i prataioli che acquistiamo dal verduraio o al supermercato (gli Champignons) portano solo 2 spore per basidio e per tale ragione il nome scientifico di questi funghi è Agaricus bisporus, dove bisporus sta a significare appunto 2 spore; talvolta negli aschi si trova un numero variabile di spore anche all'interno dello stesso carpoforo, come ad esempio nei tartufi.

       I basidi e gli aschi si trovano nella parte fertile del fungo detta imenio. Se il fungo è lamellato i basidi si trovano sulle facce delle lamelle; se ha tubuli e pori sono all'interno dei tubuli; si possono trovare anche sugli aculei (imenio idnoide) o ancora, come nel caso delle vesce, nella polpa, all'interno del fungo. In moltissimi Ascomiceti, gli aschi sono disposti "a palizzata", ossia verticali e raggruppati.

     Quando il fungo è maturo, le spore si staccano e cadono, oppure vengono espulse con altri meccanismi naturali o per cause accidentali (es. forza cinetica delle gocce di pioggia). Essendo microscopiche e perciò leggerissime, vengono principalmente disperse dal vento e se trovano condizioni di umidità e temperatura adatte, germineranno emettendo una nuova ifa, la quale crescendo e ramificandosi formerà il micelio primario di carica sessuale determinata; successivamente dall'unione di 2 miceli primari sessualmente compatibili, si formerà il micelio secondario, il quale in condizioni ambientali favorevoli fruttificherà dando vita a nuovi corpi fruttiferi ("funghi"); questi ultimi giunti a maturazione produrranno nuove spore, chiudendo così il ciclo vitale.

       Un carpoforo può emettere miliardi di spore. Perché così tante? Si direbbe che le possibilità che ha una spora di trovare il luogo e le condizioni adatte dove germinare sono molto scarse, per cui sembrerebbe che la natura sopperisca così a tale difficoltà.
Si è accertato che le spore possono rimanere "dormienti" anche per molti anni attendendo le condizioni adatte alla germinazione.

        A seconda del loro modo di vivere e di nutrirsi i funghi si dividono in 3 principali categorie:

funghi sapròfiti (il termine sapròfita deriva dal gr. sapros che significa "putredine, decomposizione"), questi funghi si nutrono di materiale organico morto (legno, fogliame, escrementi ecc.) o prodotti di scarto di altri organismi viventi e sono indispensabili all'equilibrio dell'ambiente naturale perché demoliscono i residui vegetali ed animali come il fogliame caduto dalle piante, rami secchi o anche vecchi tronchi in decomposizione, trasformando questo materiale in molecole semplici le quali saranno riciclate nell'ecosistema;

funghi parassiti, i quali invece si sviluppano su vegetali ed animali viventi provocando talvolta gravi malattie e anche la morte dell'ospite. Si tratta in gran parte di forme microscopiche che rappresentano un serio pericolo per l'agricoltura e sono oggetto di particolare attenzione da parte degli studiosi.
Certe specie possono essere tanto parassite quanto sapròfite: è il caso dell'Armillaria mellea (il noto Chiodino) che aggredisce la pianta ospite e vive a sue spese fino a causarne la morte per poi continuare a vivere su di essa come sapròfita disgregandola completamente. Ma l'opera di questi funghi è utile e necessaria in natura, perché generalmente il micelio si insinua nella corteccia degli alberi deboli o malati contribuendo così ad accelerare la selezione naturale;

funghi simbionti, che sono la maggior parte delle specie fungine dei boschi. Questi funghi contraggono dei rapporti di scambio di elementi nutritivi con le piante. Il rapporto di simbiosi mutualistico (a vantaggio di entrambi) è assicurato dalla formazione di micorrize, che sono degli stretti legami tra il micelio del fungo e gli apici radicali della pianta. Una volta stabilito questo legame, la pianta, grazie al micelio fungino, aumenta considerevolmente la propria superficie radicale che gli permette un maggiore assorbimento di acqua (utile specialmente nei periodi di siccità) e sali minerali, inoltre gli viene assicurato un incremento di resistenza alle malattie grazie alla facoltà dei funghi di produrre sostanze antibiotiche e in cambio fornisce le sostanze organiche necessarie alla sopravvivenza del fungo.
      
      I funghi hanno dimensioni e forme molto variabili: esistono specie gigantesche e specie microscopiche. Nel nostro pianeta è stimata l'esistenza di oltre un milione di specie, di cui risultano descritte finora solo una minima parte, circa 70.000.

     I funghi raccolti devono essere riposti in un contenitore forato (il classico cestino di vimini o altro materiale) perché così si mantengono più freschi e mentre li trasportiamo favoriamo la dispersione delle spore sul terreno. Sono assolutamente da evitarsi i sacchetti in plastica, i quali oltreché impedire la diffusione delle spore, non essendo arieggiati favoriscono lo sviluppo di muffe patogene, per cui è possibile avere delle intossicazioni anche gravi da funghi appartenenti a specie ritenute commestibili.

      I funghi velenosi o sconosciuti, raccolti a scopo di studio, devono essere isolati dagli altri perché alcuni frammenti potrebbero finire su quelli commestibili con delle conseguenze pericolose e in ogni caso di incerta determinazione è necessario rivolgersi all'Ispettorato Micologico del Servizio Sanitario Nazionale, il quale effettua gratuitamente il controllo delle specie fungine.

      È opportuno evidenziare che già anticamente si conosceva il pericolo derivante dall'ingestione dei funghi, il cui termine è dato dalla composizione del lat. funus (morte, funerale, rovina) e ago (guidare, condurre, portare) quindi "apportatori di morte", per cui si raccomanda estrema cautela!
    Ovviamente...
IN CASO DI DUBBIO ASTENIAMOCI SEMPRE DAL CONSUMARE I FUNGHI!

     
      
Vista l'importanza di questi organismi è necessario dedicargli il massimo rispetto, raccogliendo solo i funghi commestibili di cui si è certi della conoscenza botanica della specie, lasciando integri nel loro habitat quelli sconosciuti, velenosi o non commestibili, utilissimi nel loro ambiente.

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